La scuola di Pitagora
La stella a 5 punte, simbolo della scuola
Quella di Pitagora è una figura controversa, leggendaria, più simile a quella di un profeta e mistico, che non di matematico. Nacque a Samo, una delle isole del Dodecanneso, alla fine del VI secolo a.C., e viaggiò in Egitto, in Mesopotamia e, forse, anche in India; nel suo peregrinare raccolse informazioni matematiche e astronomiche ma anche religiose (bel periodo il V secolo a.C., suoi contemporanei erano personaggi come Buddha, Confucio, Lao-Tze e molti altri!).
Tornato nel mondo greco, si stabilì a Crotone, sulla costa sud-orientale di quella che oggi è Italia, ma che allora era Magna-Grecia; qui fondò una società segreta, che presentava aspetti molto simili ai culti orfici, fatta eccezione per la sua base matematica e filosofica. La scuola di Pitagora presenta varie chiavi di lettura: fu una comunità mistico-religiosa, una comunità scientifica ma anche un partito politico aristocratico. Le conoscenze e le proprietà della scuola-setta erano in comune e così anche le scoperte non venivano attribuite ad alcun membro, ma più in generale ai pitagorici.
Vigevano nella comunità rigorosi codici di condotta: ai membri, uomini e donne, veniva imposto di abbandonare ogni bene materiale, abbracciare una dieta vegetariana (i pitagorici credevano nell'immortalità dell'anima ma anche nella metempsicosi, ovvero nella trasmigrazione delle stesse) e la base morale per la condotta di vita erano la filosofia e la matematica. La purificazione dell'anima praticata dai pitagorici veniva realizzata in parte attraverso un rigoroso esercizio fisico, in parte attraverso rituali religiosi, principalmente di tipo matematico-filosofico. La tradizione riferisce che Pitagora teneva due tipi di lezioni, uno per i soli membri della setta (i matematici, che apprendevano potendo discutere e interagire con il maestro), e l'altro per coloro che facevano parte della comunità di Crotone in senso più largo (gli acusmatici, che ascoltavano, in silenzio).
Si dice che il motto della scuola fosse “Tutto è numero”, il numero era principio di tutte le cose; mai, né prima né dopo, la matematica ha svolto un ruolo così importante nella vita e nella religione, come tra i pitagorici.
I pitagorici diedero innumerevoli contributi alla matematica: il teorema stesso che viene ancora oggi associato al nome di Pitagora (“in un triangolo rettangolo il quadrato costruito sull'ipotenusa è equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui cateti” - è invece, molto probabilmente, di origine babilonese), lo studio di alcuni solidi regolari, la scoperta dei numeri irrazionali, lo studio dei rapporti armonici nella musica, e molto altro.
In un periodo nel quale le donne erano in larga misura escluse dalla matematica e dalla filosofia, i Pitagorici le accoglievano invece come loro eguali, dando loro la rara opportunità di far parte delle ricerche in ambito matematico e filosofico. La moglie di Pitagora, Teano, divenne una fine cosmologa e una guaritrice e, nonostante lei e le figlie furono perseguitate, diffuse la filosofia pitagorica in Grecia ed in Egitto.
La scuola dei pitagorici svolse probabilmente un ruolo importante nella storia della matematica con l'enfasi che diede all'amore per la scienza ed alla ricerca di un'impalcatura concettuale, in un tempo nel quale l'aritmetica e la geometria consistevano fondamentalmente in esercizi e procedimenti numerici applicati a specifici problemi pratici.
* 'Storia della matematica' di C. B. Boyer
* 'Labirinti, quadrati magici e paradossi logici' di M. Danesi
___________________________